In El Salvador il 9 marzo 2012 le maggiori Maras (bande giovanili) del paese hanno firmato una tregua proposta dal Vescovo Mons. Fabio Colindres i cui risultati sono molto importanti.
Prima dell'accordo di "pace" in El Salvador si avevano circa 14 omicidi al giorno mentre adesso gli omicidi sono scesi a circa 6 il giorno secondo i dati forniti dalla Policía Nacional Civil (PNC); il tasso di omicidi passerebbe così da 67 per 100.000 abitanti del 2011 a 35 nel 2012 .
La tregua offerta alle Maras chiedeva la fine degli scontri a fuoco, delle aggressioni, e delle guerre per nuovi territori ed in cambio lo stato di El Salvador ha trasferito alcuni dei capi più importanti delle Maras da carceri di massima sicurezza in carceri con condizioni di detenzione più "leggeri" ed orari di visita più flessibili.
Questa tregua così come è non potrà riuscire a pacificare il paese ma dovrà essere supportata da piani educativi per il reinserimento dei membri che oggi sono in carcere ma soprattutto per coloro che sono al di fuori delle carceri e che sono entrati a far parte delle Maras per la mancanza di speranze nel futuro e di opportunità dei quartieri più poveri.
Le associazioni e le Ong avanzano proposte interessanti che toccano la scuola ed anche il dopo-scuola con cui migliorare il livello educativo dei giovani salvadoregni offrendogli un futuro alternativo a quello violento delle bande; inoltre grazie a questo periodo di relativa tranquillità si è aperto un dibattito sulla bassa attività dei cittadini di El Salvador alla vita politica del Paese.
A complicare la situazione alla fine di settembre 2012 ci ha pensato un articolo pubblicato dal quotidiano El Faro dal titolo "Le nuove verità sulla tregua" in cui si rivelava come all'accordo di pace non avevano lavorato solo la Curia e le Maras ma anche il Ministro per la Sicurezza Pubblica, David Munguía Payés, che avevano sempre negato il loro coinvolgimento nelle trattative.
Inoltre il ministro David Munguìa Payes ha dichiarato, più volte, che non si siederà mai a trattare con i criminali capi delle Maras a negoziare nuove fasi della tregua.
In risposta alle affermazioni del Ministro Carlos Ernesto Mojica Lechuga, alias Viejo Lin leader di el Mara 18, ha affermato che “questo atteggiamento da parte di alcune autorità rende il processo di pace più difficile da mantenere. La tregua è forte, ma è necessario che anche le autorità facciano dei passi verso di noi. Tutti ci credono degli animali ma anche noi abbiamo dei diritti, e abbiamo stabilito la pace in cambio di investimenti seri in programmi di riabilitazione”.
Nel paese e nella comunità internazionale lo scetticismo sul processo di pacificazione intrapreso il 9 marzo 2012 è molto ma questo non deve essere un alibi per chi lo ha sottoscritto e per lo Stato che si dovrà sicuramente impegnare nella ri-costruzione della società salvadoregna.
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