giovedì 22 settembre 2011

La protesta studentesca in Cile


Gli studenti cileni continuano la loro lunga protesta nata nell'inverno del 2011 e che ad oggi mantiene tutta la sua forza. La protesta nasce dalla riforma, non condivisa dai sindacati e dagli studenti (Frente por la Educación), del settore scolastico attuata dal governo di Piñera. 
Il "Frente por la Educación" chiede da tempo maggiori investimenti nell'istruzione dei giovani cileni (ricostruendo gli edifici danneggiati o distrutti dal sisma del febbraio 20101), che venga diminuito prezzo del trasporto pubblico agevolando gli studenti e le fasce più povere della popolazione e soprattutto che le disuguaglianze che esistono tra scuola pubblica e privata (da sempre privilegiata) siano eliminate.
Inoltre gli studenti delle scuole superiori chiedendo che gli istituti siano amministrati dallo Stato, come accadeva già prima della riforma varata nel 1981, e non dalle amministrazioni locali.

A seguito delle nutritissime e pacifiche manifestazioni degli studenti e dei sindacati il governo di Sebastián Piñera, nello scorso inverno, aveva proposto "un Gran Acuerdo Nacional por la Educación" (l'accordo GANE) nella speranza, dimostratasi poi vana, di fermare le proteste e le manifestazioni. 
Gli studenti non si sono accontentati di alcuni ritocchi alla riforma scolastica e delle numerore promesse fatte dal governo ma hanno continuato a chiedere profonde riforme struttrali di tutto il sistema scolastico del paese. 

Nei primi giorni di luglio a distanza di molti mesi dall'inizio della protesta studentesca, che non ha mai diminuito la propria  intensità, il ministro dell'Istruzione, Joaquín Lavín, ha ceduto e si è dimesso costringendo di fatto il presidente Piñera ad un rimpasto di governo.
Il rimpasto ha visto protagonisti ben otto ministri e così a Lavìn è stato assegnato il dicastero della Pianificazione, mentre al ministero dell'educazione è statao designato Felipe Bulnes che prima del rimpasto era il ministro della Giustizia. 

La lotta studentesca ha contagiato tutto il paese ed ha portato l'attuale preseidente ad un calo di popolarità mai registrato dai tempi di Pinochet.

Le dimissioni del ministro dell'educazione, Joaquín Lavìn, ha soddisfatto gli studenti ma come ricorda la presidentessa degli studenti delle scuole superiori (Aces), Laura Ortiz, non deve far distogliere l'attenzione e le forze dal vero obbiettivo che è quello di un rinnovamento profondo ed ecquo del sistema scolastico. La Federazione Metropolitana degli Studenti delle scuole superiori (Femes) ha dichiarato: "Il ministro costituiva un grosso ostacolo, ma il problema è strutturale. Per questo vogliamo che si cambi nuovamente ministro senza che sia trovata una reale soluzione ai nostri problemi". 
Anche gli studenti universitari sono soddisfatti per le dimissioni del ministro ma secondo il presidente della Federazione degli Studenti dell'Università Cattolica, Giorgio Jackson, ha dichiarato: "il movimento sociale ha forzato un cambio politico anche se l'obbiettivo di tutti gli studenti non erano le sole dimissioni del ministro, ma la sviluppo di una nuova politica in Cile che ponga la scuola pubblica al centro del sistema sociale.

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