La campagna per proteggere le popolazioni indigene non ancora contattate, nell'Amazzonia Peruviana e Brasiliana, voluta dalla Ong Survival International ha raggiunto un primo successo spingendo il governo peruviano a collaborare con il governo brasiliano per bloccare i taglialegna che si addentrano nella foresta amazzonica ed invadono i territori delle popolazioni indio "incontattate".
Le pressioni internazionali sul governo cileno si sono intensificate quando alla fine del 2010 il dipartimento governativo degli affari indiani del Brasile (FUNAI) ha reso pubbliche numerose immagini che provavano sia la presenza di un popolo "incontattato" sia la presenza di taglialegna abusivi nel cuore della foresta. I tagliatori di legna sono nel 99% dei casi abusivi ed esplorano aree sempre più interne della foresta alla ricerca di legname pregiato e protetto dalle leggi cilene e brasiliane.
Queste popolazioni vivono in modo simbiotico con la foresta ed il mutare il delicato ecosistema amazzonico comprometterebbe la loro sopravvivenza.
Il Ministro degli esteri peruviano ha annunciato la scelta del governo rilasciando questa dichiarazione: "Ci metteremo in contatto con l'istituto brasiliano Funai per proteggere questi popoli e impedire le incursioni illegali dei taglialegna e il saccheggio dell'Amazzonia".
Il direttore di Survival, Stephen Corry, ha commentato le immagini affermando che "si può notare la presenza di una comunità prospera e forte con ceste piene di manioca e papaia appena raccolte nei loro orti."
Adesso è fondamentale proteggere questi popoli che vedono i loro diritti fondamentali calpestati dall'arroganza del "progresso" e dalla ricerca forsennata di materie prime pregiate.
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