Il 22 settembre il legittimo presidente dell'Honduras, Manuel Zelaya, è rientrato nel proprio paese e precisamente si trova a Tegucigalpa nell'ambasciata brasiliana.
Diffusa la notizia del suo rientro molte persone si sono riversate nelle strade e si sono accalcate intorno all'ambasciata.
Il governo golpista come contromossa al rientro di Zelaya e del continuo afflusso dei suoi sostenitori all'ambasciata brasiliana ha deciso di instaurare il coprifuoco dalle 16, ora locale, alle 7.
Anche dopo la proclamazione del coprifuoco le persone hanno continuato a scendere in strada anche se controllate a vista dalla polizia e dall'esercito entrambi in tenuta anci sommossa ed armi in pugno. Un'ulteriore controllo viene effettuato da molti elicotteri dell'esercito che volano a bassissima quota
Un noto giornalista, che lavora a Radio Globo, ha dichiarato all'inviata di TeleSur che un gruppo di venti uomini dell'esercito ha fatto irruzione nella sua casa intimandogli di smettere di diffondere cosa stava accadendo nella capitale Tegucigalpa dopo il ritorno di Zelaya. Anche le società di telecomunicazione, che collaborano con le oligarchie golpiste, hanno iniziato a bloccare le linee telefoniche di loro proprietà per limitare il diffondersi delle notizie e le comunicazioni tra la popolazione.
Zelaya, dopo vari tentativi di rientrare in Honduras, è riuscito ad arrivare fino alla capitale ed a rifugiarsi, grazie al gesto diplomatico di Luiz Inacio Lula da Silva, nell'ambasciata brasiliana. Zelaya ringraziando il presidente brasiliano sta attendendo l'arrivo di Miguel Insulza, segretario generale degli Stati americani (Oea), che dovrebbe essere il diplomatico che contratterà con i golpisti il ritorno del presidente deposto.
Zelaya, parlando ai giornalisti dall'ambasciata dove è rifugiato, ha detto: "Ho percorso mezzo Honduras ... quasi 15 ore in differenti mezzi di trasporto. Ho avuto chi ha collaborato, ma non posso dire chi sia affinché nessuno venga molestato... alle Forze armate d'Honduras ... chiedo il buonsenso: la gente è disarmata e pacificamente sta gridando loro di consegnarsi, con allegria".
Diffusa la notizia del suo rientro molte persone si sono riversate nelle strade e si sono accalcate intorno all'ambasciata.
Il governo golpista come contromossa al rientro di Zelaya e del continuo afflusso dei suoi sostenitori all'ambasciata brasiliana ha deciso di instaurare il coprifuoco dalle 16, ora locale, alle 7.
Anche dopo la proclamazione del coprifuoco le persone hanno continuato a scendere in strada anche se controllate a vista dalla polizia e dall'esercito entrambi in tenuta anci sommossa ed armi in pugno. Un'ulteriore controllo viene effettuato da molti elicotteri dell'esercito che volano a bassissima quota
Un noto giornalista, che lavora a Radio Globo, ha dichiarato all'inviata di TeleSur che un gruppo di venti uomini dell'esercito ha fatto irruzione nella sua casa intimandogli di smettere di diffondere cosa stava accadendo nella capitale Tegucigalpa dopo il ritorno di Zelaya. Anche le società di telecomunicazione, che collaborano con le oligarchie golpiste, hanno iniziato a bloccare le linee telefoniche di loro proprietà per limitare il diffondersi delle notizie e le comunicazioni tra la popolazione.
Zelaya, dopo vari tentativi di rientrare in Honduras, è riuscito ad arrivare fino alla capitale ed a rifugiarsi, grazie al gesto diplomatico di Luiz Inacio Lula da Silva, nell'ambasciata brasiliana. Zelaya ringraziando il presidente brasiliano sta attendendo l'arrivo di Miguel Insulza, segretario generale degli Stati americani (Oea), che dovrebbe essere il diplomatico che contratterà con i golpisti il ritorno del presidente deposto.
Zelaya, parlando ai giornalisti dall'ambasciata dove è rifugiato, ha detto: "Ho percorso mezzo Honduras ... quasi 15 ore in differenti mezzi di trasporto. Ho avuto chi ha collaborato, ma non posso dire chi sia affinché nessuno venga molestato... alle Forze armate d'Honduras ... chiedo il buonsenso: la gente è disarmata e pacificamente sta gridando loro di consegnarsi, con allegria".
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