A Oruro, città dell'altipiano andino (4.200 metri di altitudine) a 230 km da La Paz, il 9 dicembre 2007 sono stati approvati gli articoli che modificano la Costituzione della Bolivia da 164 delegati su un totale di 255.
La stesura della nuova costituzione ha causato polemiche feroci, tanto che per protesta i delegati di Podemos e Potere Democratico, i partiti che sono all'opposizione del governo Morales, non erano presenti alla votazione decisiva.
La nuova costituzione rivede il concetto di proprietà privata che viene limitata solo e soltanto nel caso in cui vada contro "gli interessi collettivi"; introduce un articolo che definisce la Bolivia uno "stato pacifista"; rende eleggibile il presidente per due mandati di 5 anni ciascuno; si vieta nel territorio boliviano la presenza di basi militari straniere, si pone un salario minimo garantito per studenti e anziani, si indice un referendum sull’utilizzo dei latifondi e si sancisce il "diritto irrinunciabile e imprescrittibile" all'accesso al mare.
Un articolo, molto controverso che l'opposizione di Evo Morales ha proposto ma non è stato approvato, è quello di portare tutte le funzioni di capitale a Sucre togliendo a La Paz il ruolo di capitale amministrativa, per il motivo che a Sucre e nelle regioni confinanti della Medialuna si concentrano molte importanti attività economiche legate all'oligarchia economica e politica che osteggia il governo di Morales.
L'opposizione conservatrice si è mobilitata nel momento in cui il governo ha annunciato che avrebbe rivisto la costituzione del paese. Branko Marinkovic, presidente del comitato civico (organizzazione che riunisce l'elite politica e imprenditoriale) ha promosso durante tutto il periodo di stesura della nuova costituzione atti che lui ha definito di resistenza civile, ma che tanto civile non sono stati, dato che a fine novembre una minoranza di manifestanti guidati dalla Union Juvenil, ala dura del movimento, ha provocato scontri con la polizia in cui sono morte 4 persone tra cui un poliziotto. La Union Juvenil nelle altre manifestazioni si è resa protagonista di atti vergognosi come abusi e pestaggi per costringere la popolazione ad aderire allo sciopero.
Il leader dell'opposizione Marinkovic, noto imprenditore boliviano, è accusato tra l'altro dell'appropriazione indebita di migliaia di ettari di terra del popolo indigeno guarayo.
L'obiettivo delle proteste dell'opposizione conservatrici sono focalizzate su due articoli della nuova costituzione approvati dalla maggioranza in un'aula disertata dalla minoranza: il primo prevede l'istituzione di un vitalizio, la Renta Dignidad, per gli anziani più poveri finanziata col taglio delle rendite, del 60%, derivate dalle imposte sugli idrocarburi (Idh) destinate ai dipartimenti. Il secondo consentirà, in futuro, all'Assemblea Costituente di riunirsi in qualsiasi città del paese e non solo a Sucre, sua sede attuale. L'opposizione oltre a questi due articoli contesta anche la legge approvata all'inizio di dicembre con cui si da il via all'espropriazione di 180.000 ettari di terre nella regione di Chuquisaca per redistribuirle agli indigeni guaranì che di fatto abolirà la schiavitù a cui questo popolo è stato sottomesso nei loro territori ancestrali che gli erano stati sottratti.
Con la conclusione della stesura della costituzione Evo Morales ha ricevuto formalmente la proposta di riforma costituzionale ed ora si dovranno decidere le date dei due referendum in cui il popolo Boliviano dovrà approvare o rigettare la nuova carta magna.
La Bolivia in questa sua importante fase appare sempre più divisa in due parti che comprende le regioni dell'altipiano andino, popolate da indigeni aymara e quechua, e le regioni del est abitate dalla popolazione meticcia e bianca ed è per questo che mi auguro che non avvengano ingerenze da parte di stati stranieri che destabilizzano il paese. Per questo motivo mi associo all'articolo che è stato pubblicato da Gennaro Carotenuto .
La stesura della nuova costituzione ha causato polemiche feroci, tanto che per protesta i delegati di Podemos e Potere Democratico, i partiti che sono all'opposizione del governo Morales, non erano presenti alla votazione decisiva.
La nuova costituzione rivede il concetto di proprietà privata che viene limitata solo e soltanto nel caso in cui vada contro "gli interessi collettivi"; introduce un articolo che definisce la Bolivia uno "stato pacifista"; rende eleggibile il presidente per due mandati di 5 anni ciascuno; si vieta nel territorio boliviano la presenza di basi militari straniere, si pone un salario minimo garantito per studenti e anziani, si indice un referendum sull’utilizzo dei latifondi e si sancisce il "diritto irrinunciabile e imprescrittibile" all'accesso al mare.
Un articolo, molto controverso che l'opposizione di Evo Morales ha proposto ma non è stato approvato, è quello di portare tutte le funzioni di capitale a Sucre togliendo a La Paz il ruolo di capitale amministrativa, per il motivo che a Sucre e nelle regioni confinanti della Medialuna si concentrano molte importanti attività economiche legate all'oligarchia economica e politica che osteggia il governo di Morales.
L'opposizione conservatrice si è mobilitata nel momento in cui il governo ha annunciato che avrebbe rivisto la costituzione del paese. Branko Marinkovic, presidente del comitato civico (organizzazione che riunisce l'elite politica e imprenditoriale) ha promosso durante tutto il periodo di stesura della nuova costituzione atti che lui ha definito di resistenza civile, ma che tanto civile non sono stati, dato che a fine novembre una minoranza di manifestanti guidati dalla Union Juvenil, ala dura del movimento, ha provocato scontri con la polizia in cui sono morte 4 persone tra cui un poliziotto. La Union Juvenil nelle altre manifestazioni si è resa protagonista di atti vergognosi come abusi e pestaggi per costringere la popolazione ad aderire allo sciopero.
Il leader dell'opposizione Marinkovic, noto imprenditore boliviano, è accusato tra l'altro dell'appropriazione indebita di migliaia di ettari di terra del popolo indigeno guarayo.
L'obiettivo delle proteste dell'opposizione conservatrici sono focalizzate su due articoli della nuova costituzione approvati dalla maggioranza in un'aula disertata dalla minoranza: il primo prevede l'istituzione di un vitalizio, la Renta Dignidad, per gli anziani più poveri finanziata col taglio delle rendite, del 60%, derivate dalle imposte sugli idrocarburi (Idh) destinate ai dipartimenti. Il secondo consentirà, in futuro, all'Assemblea Costituente di riunirsi in qualsiasi città del paese e non solo a Sucre, sua sede attuale. L'opposizione oltre a questi due articoli contesta anche la legge approvata all'inizio di dicembre con cui si da il via all'espropriazione di 180.000 ettari di terre nella regione di Chuquisaca per redistribuirle agli indigeni guaranì che di fatto abolirà la schiavitù a cui questo popolo è stato sottomesso nei loro territori ancestrali che gli erano stati sottratti.
Con la conclusione della stesura della costituzione Evo Morales ha ricevuto formalmente la proposta di riforma costituzionale ed ora si dovranno decidere le date dei due referendum in cui il popolo Boliviano dovrà approvare o rigettare la nuova carta magna.
La Bolivia in questa sua importante fase appare sempre più divisa in due parti che comprende le regioni dell'altipiano andino, popolate da indigeni aymara e quechua, e le regioni del est abitate dalla popolazione meticcia e bianca ed è per questo che mi auguro che non avvengano ingerenze da parte di stati stranieri che destabilizzano il paese. Per questo motivo mi associo all'articolo che è stato pubblicato da Gennaro Carotenuto .
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