sabato 26 febbraio 2011

L’Ecuador alle prese con l’emergenza sanitaria

La Costituzione ecuadoriana varata nel 2008 riconosce il diritto a ricevere le prime cure da qualsiasi struttura pubblica o privata che sia. Sfortunatamente questo articolo della Costituzione viene spesso ignorato e le strutture private lasciano letteralmente morire gli ammalati che non riescono ad esibire una carta di credito, o qualche banconota da mille dollari oppure una certificato assicurativo.

Per combattere il "mercato della salute" il Presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, ha proclamato il 10 gennaio 2001 "lo Stato di Emergenza Sanitaria" per una durata minima di sessanta giorni.
"Lo Stato di Emergenza Sanitaria" voluto da Correa cerca di aumentare l'efficienza del servizio sanitario nazionale portando gli stanziamenti a circa 410 milioni di dollari per potenziare infrastrutture ed apparecchiature tecniche. Il denaro per finanziare il progetto sarà recuperato con alcune imposte su alcool e tabacchi.
Nei documenti che ha fornito il governo ecuadoriano si legge che dal 2006 vi è stato un incremento di circa il 140% degli accessi ad ospedali pubblici.

Un caso emblemaitico della situaziomne Ecuadoriano è quella di Edison Alcivar che nel febbraio 2010  arrivò in condizioni critiche alla clinica privata Pichincha, una delle migliori strutture della capitale Quito, ma non fu curato perché nel suo portafoglio non aveva carte di credito o contrassegni di un'assicurazione sanitaria. Dopo quattro ore dal suo arrivo alla clinica privata Pichincha, Edison, era ormai morto.
Un'altro caso eclatante avvenne nel settembre 2009 quando Charlotte Mazoyer, giovane vulcanologa francese, fu vittima di una rapina in cui le spararono; anche lei fu trasportata alla clinica privata Pichincha ma come Edison nemmeno lei mostro carte di credito o contrassegni di un'assicurazione sanitaria. Fu lasciata morire su una barella.

La sanità in Ecuador, come in ogni altro paese, è un settore molto reditizio per i privati che ci operano e non è raro assistere a speculazioni intollerabili. Nella sanità privata ecuadorianavi è anche un mercato dei pazienti con vede protagonisti gli operatori del pronto intervento i quali ricevono un compenso dalle strutture private, tra i 50 ed i 150 dollari, indirizzando i feriti nelle cliniche private invece che nelle strutture pubbliche. 

Gli analisti alla luce della difficile situazione della sanità in Ecuador dove le cliniche private non hanno sicuramente intenzione di rinunciare ai loro enormi profitti concordano che l'ultima mossa del Presidente Correa sarebbe quella di imporre, come la Costituzione prevede, lo Stato di Eccezione. 
Con lo Stato di Eccezione la Carta costituzionale permette al governo di riformare pesantemente ed addirittura di nazionalizzare una parte o tutto un settore.
Correa, sempre secondo gli analisti, non si spingerà a tanto perché è il potere economico che impone le regole e non quello politico.

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