domenica 24 gennaio 2010

In Honduras non esiste pace

In Honduras dopo le finte elezioni, il cui risultato è stato riconosciuto dagli USA, indette per legittimare il colpo di stato del 28 giugno 2009, la situazione nel paese non è migliorata come invece i media hanno sbandierato.
Alcune organizzazioni che si occupano di difesa dei diritti umani denunciano un forte e preoccupante aumento di atti repressivi nei confronti di attivisti e simpatizzanti del Fronte nazionale di resistenza popolare (Fnrp) con perquisizioni e detenzioni illegali, sparizioni e esecuzioni sommarie.
Ci sono molti esempi che dimostrano l'esistenza di questa ondata di violenza: il 14 dicembre 2009 è stato ucciso nel centro di Tegucigalpa Walter Tróchez, un attivo difensore dei diritti umani, dopo che una settimana prima era riuscito a sfuggire ad un sequestrato con relativo pestaggio subito da uomini che lo accusavano di far parte del Fronte nazionale contro il colpo di Stato.
All'inizio di dicembre cinque giovani membri del Fronte nazionale contro il colpo di Stato sono stati uccisi nel quartiere, Colonia Villanueva, della capitale dell'Honduras; sempre all'inizio di dicembre altri cinque attivisti furono sequestrati e poi liberati in quattro dopo alcun giorni di torture; il quinto attivista, Santos Corrales García, invece è stato decapitato.
Il 4 dicembre Santos Corrales García insieme ad altri quattro uomini sono stati sequestrati, incappucciati e condotti in un centro di detenzione segreto dove sono stati torturati per estorcere informazioni sull'organizzazione del Fronte nazionale contro il colpo di Stato. Le persone torturate hanno però riconosciuto una persona e le armi che i torturatori avevano in dotazione; quest armi, fucili Galil e pistole 9 mm, sono in dotazione alla polizia.
La violenza non è sola quella che porta all'eliminazione fisica degli avversari politici ma è anche quella che colpisce gli organi di informazione che ancora non si sono piegati al volere della dittature. Esempio di questo caso è l'irruzione nella redazione del giornale El Libertador in cui il personale è stato minacciato con colpi di mitra, oltre agli spari sono stati sequestrati molti computer e macchine fotografiche. L'8 dicembre sono stati liberati quattro dei cinque attivisti della Resistenza che erano stati sequestrati alcuni giorni prima.
La situazione in Honduras è molto preoccupante, la strategia del terrore, la cui pressione aumenterà sicuramente nelle prossime settimana, ha l'obbiettivo di eliminare la resistenza che il Fronte nazionale contro il colpo di Stato sta portando avanti oltre a contrastare l'insediamento di Lobo alla Presidenza il prossimo 27 gennaio.
In questo momento buio per l'Honduras diventa fondamentale che la politica e la società civile internazionale incrementi il loro appoggio e la loro solidarietà per far si che le violenze e le persecuzioni che la popolazione sta subendo venga alla luce e non nascosta come sta accadendo.

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