A La Plata Christian Von Wernich è stato condannato il 9 ottobre 2007 al carcere perpetuo per i crimini contro l'umanità commessi durante la dittatura dal 1976 al 1983. La condanna, non è ancora definitiva dato che la difesa del sacerdote può ricorrere in appello.
Il sacerdote Christian Von Wernich nato nel maggio del 1939 ha prestato servizio nella polizia della provincia di Buenos Aires ed è durante questo periodo che ha commesso i crimini contestati dalla Giustizia Argentina; per la precisione 41 casi di privazione della libertà e tortura sia fisica che psicologica a cui si sommano 7 omicidi (Domingo Moncalvillo, María del Carmen Morettini, Cecilia Idiart, María Magdalena Mainer, Pablo Mainer, Liliana Galarza e Nilda Salomone) tutti effettuati in centri di detenzione clandestina.
Durante l'udienza del 7 agosto il testimone Rubén Schell ha identificato Christian von Wernich come l'ex-cappellano della polizia che lo interrogò e torturò per tutti i 102 giorni che fu sequestrato nel centro clandestino della Brigada de Investigaciones de Quilmes conosciuto come "Pozo de Quilmes". Fu il primo testimone che segnalò l'imputato come responsabile dei delitti a lui ascritti dopo di lui altri 119 testimoni resero deposizioni con le solite accuse.
L'avvocato dell'accusa durante un suo passaggio affermò che "Il genocidio ha una preparazione, uno sviluppo e una successiva giustificazione tutti coloro che partecipano a una sola di queste tappe sono complici", ha anche alluso alle relazioni tra Chiesa Cattolica e Dittatura a cui assicurò una protezione morale nello sviluppo del piano genocida non denunciando mai i sequestri, le torture e gli omicidi operati dell'esercito e della polizia.
Oltre a Von Wernich ci sono altri 20 sacerdoti che hanno prestato servizio nella polizia, esercito e penitenziari clandestini che sono stati denunciati per aver partecipato a torture e omicidi.
Il giorno in cui la corte doveva leggere il verdetto c'è stato anche un allarme bomba che per fortuna si è rivelato falso; questo atto dimostra quanto sia importante questa condanna spalancando le porte, finalmente, alla giustizia che dopo 25 anni può colpire i colpevoli delle atrocità della dittatura sia che facciano parte della polizia, esercito, civili o del clero.
Il verdetto è stato solo posticipato dal falso allarme bomba, rivendicato dall'Alleanza Anticomunista Argentina (AAA), ed è stato accolto con gioia da parte delle Madri di Plaza de Mayo, dei parenti delle vittime e della associazioni per i diritti umani.
La Chiesa Argentina ha commentato la condanna con un "siamo spiacenti che nel paese ci siano state tante divisioni e odio e che la Chiesa non abbia saputo prevenirle né sanarle" ma non ha punito il sacerdote condannato per reati così gravi e così lontani dagli insegnamenti dei vangeli.
Il pio sacerdote ha accusato i sopravvissuti che hanno testimoniato a suo carico di essere "demoniaci" ed infine si è paragonato a Gesù Cristo affermando che come Gesù Cristo è stato condannato non per giustizia, ma perché dato in pasto al popolo, che ha preteso fosse crocifisso, ma che come Gesù Cristo resusciterà!
La speranza è che rimanga solo Gesù Cristo ad essere resuscitato perché il mondo non ha bisogno di torturatori ma di messaggeri di pace e giustizia.
L’alto prezzo di un impegno
4 giorni fa
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