lunedì 12 agosto 2013

La protesta contro le dighe in Honduras

Il Congresso Nazionale del Honduras dal 2010 ha promosso la costruzione di 24 nuove centrali idroelettriche; questa politica porterà sicuramente benefici economici alle industrie del Paese ed alle multinazionali che hanno vinto gli appalti.
Oltre ai vantaggi economici sbandierati dal Governo è da ricordare come gran parte dell'opinione pubblica sia contraria alla costruzione di questi impianti e ben presto gli ambientalisti ed i Nativi si sono congiunti con i movimenti sociali protestano contro il governo golpista chiedendo il ritorno alla democrazia di fatto sospesa dal giugno 2009 mese in cui fu destituito il legittimo presidente (Manuel Zelaya).

A fine maggio 2013 un numeroso gruppo di indigeni di etnia Lenca ha tenuto un picchetto di protesta davanti all'ingresso del cantiere di Agua Zarca, una diga che quando sarà terminata produrrà 22 megawatt, che è stato sgomberato con la forza dalla polizia e dall’esercito; durante lo sgombero sono stati arrestati numerosi dimostranti e circa 15 indio sono stati trasportati nelle strutture sanitarie più vicine perché feriti da proiettili e dai manganelli delle forze dell'ordine.
Il progetto Agua Zarca viene combattuto pacificamente dagli indio perché li costringerà al desplazamiento (abbandono forzato delle proprie terre e case), li priverà dell’accesso all’acqua e distruggerà le loro terre ancestrali. Agua Zarca per i nativi porterà solo distruzione ambientale oltre alla possibilità di veder morire la loro cultura; la loro protesta è energica e pacifica ma l’impresa honduregna Ficosah e quella cinese SinoHidro, unite per costruire la centrale idroelettrica, non se ne curano continuando la costruzione dell'opera.

La violenza con cui il governo honduregno vuole piegare le proteste dimostra secondo Bertha Cáceres, esponente del Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras (Copinh), la vera natura del governo golpista. Inoltre Cáceres e Tomás Gómez Membreño, un giornalista della radio della comunità Copinh (Radio Guarajambala), hanno denunciato un fermo illegale perché durante una perquisizione dell'auto su cui stavano viaggiando in direzione di Santa Bárbara, dove vedrà la luce una diga che prosciugherà il Río Gualcarque, è stata trovata una pistola. Il ritrovamento della pistola ha permesso alla polizia di arrestarli e di impedirgli di arrivare al presidio contro la costruzione delle diga. I due arrestati sono stati rilasciati grazie all'intervento di uno dei legali del Copinh che ha contestato il fermo perché l'arma ritrovata non poteva essere dei due fermati dato che quel determinato modello è dotazione solamente alle forze di polizia.
Oltre al singolare ritrovamento dell'arma i militari non avevano alcun mandato di cattura, né hanno rispettato le procedure durante l'esecuzione del fermo. Altro fatto singolare è quello che vede Bertha e Tomás condotti immediatamente in cella di isolamento atto che la polizia ha negato fino addirittura a non registrare i loro nomi nel Libro de Entradas della prigione.
Il comportamento della polizia è molto semplice chi si oppone alla costruzione delle centrali viene come minimo arrestato, il Cofadeh denuncia numerosi arresti indiscriminati di altri leader sociali, dal golpe del giugno 2009, i quali vengono costretti in celle di isolamento e ne viene negato addirittura il fermo.

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