venerdì 6 luglio 2012

In marcia "per la vita e la difesa delle risorse naturali"


Si è svolta nel mese di marzo in Ecuador la marcia "per la vita e la difesa delle risorse naturali" voluta dal movimento indigeno Conaie ed iniziata con la cerimonia propiziatoria nel fiume Chuchumbletza.

La marcia fa parte della mobilitazione nazionale per chiedere al governo del presidente Correa una giusta redistribuzione delle terre improduttive, il blocco dello sfruttamento intensivo delle risorse minerarie ed un nuovo piano energetico nazionale.

L'economia del Ecuador dipende strettamente dalle risorse del sottosuolo come il petrolio, il gas ed i metalli e grazie a queste ricchezze ed alla rinegoziazione delle concessioni minerarie il governo ecuadoriano è riuscito, in soli cinque anni, a ridurre la povertà di circa il 10%, moltiplicato i finanziamenti per la sanità e l'ducazione e salute, aumentato del 10% il numero degli occupati che nel 2011 si è tradotto in una crescita di pil del 8%.
La mobilitazione popolare cerca di spostare l'attenzione sul rispetto della madre terra, del buen vivir, invece di continuare ad incrementare lo sfruttamento delle risorse naturali per lo sviluppo economico del paese come invece sostiene il governo. 
A tal proposito il 5 marzo 2012 il governo Correa ha concesso alla società cinese EcuaCorriente la possibilità di estrarre rame per un periodo di 25 anni in miniere situate all’interno della cordigliera del Condor, una delel aree più ricche di biodiversità del continente.
La concessione mineraria porterà nelle casse Ecuadoriane circa 4,5 miliardi di dollari che farranno sicuramente dimenticare quanto sia inquinante l’estrazione del rame, ma nache come il diritto di consultazione delle comunutà indigine non debba essere rispettato ed infine questo denaro riesce a far ignorare gli ammonimenti della Corte dei Conti diciassette irregolarità presenti nella concessione mineraria tra rischi ambientali e violazioni procedurali.

Lo sviluppo del Ecuador deve andare avanti anche se per gli ecuadoriani non arriverà il progresso.

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